IL PENSIERO DEI PHILOSOPHES: Voltaire, Condorcet e Montesquieu

 Denise Florian 4S

IL PENSIERO DEI PHILOSOPHES: Voltaire, Condorcet e Montesquieu 

VOLTAIRE


Voltaire combatteva per la libertà di pensiero, la tolleranza, la pace, l'abolizione dell'ingiustizia e la felicità umana

—>di conseguenza andò in carcere


Le sue opere venivano considerate frivole e immorali perché lui assume come principale bersaglio polemico la chiesa cattolica (di cui voleva smascherare pregiudizi e superstizioni) 

Egli credeva comunque in Dio ma la religione secondo lui non doveva suscitare paura e sensi di colpa


quindi>Il punto di partenza di Voltaire era la convinzione che Dio esistesse e che ciò potesse essere provato scorgendo semplicemente l’ordine dell'universo.


Scrive Voltaire: «Se Dio non esistesse, bisognerebbe inventarlo, ma tutta la natura ci grida che esiste».


DEISMO—> un pensiero secondo cui esiste una religione naturale immutabile che si fonda su alcune verità razionalmente accettabili da tutti gli uomini


Il deismo di Voltaire aveva dunque le seguenti caratteristiche:  

  • Dio come Architetto universale: nonostante le numerose difficoltà nel provare l’esistenza di Dio, era ancor più difficile sostenere l’opinione contraria in quanto il filosofo non poteva accettare l’idea che il mondo si fosse organizzato autonomamente senza un intervento esterno. Il Dio di Voltaire era una specie di Grande Architetto della realtà.
  • Dio non interviene nella vita degli uomini: il Dio di Voltaire non ha le fattezze umane, è inconoscibile e non interviene nelle vicende umane. L’uomo è dunque libero di scegliere il bene o il male e non esiste nessun progetto divino per lui.
  • Dio come prodotto della ragione: Voltaire crede in un Dio universale in quanto prodotto dalla ragione, che appartiene a tutti gli uomini. È dunque un Dio che unifica i popoli e permette di superare i dissidi delle varie confessioni religiose. La sua è una «religione pura, ragionevole, universale: essa consiste nell’adorare Dio e nell’essere giusto».


Secondo Voltaire il male, come il bene, esiste nel mondo e l’unico rimedio non è negarlo filosoficamente ma impegnarsi concretamente per superarlo o renderlo più tollerabile.

Rimanere nell’ottimismo metafisico—> significa per Voltaire accettare l’invito a non ragionare e a farsi opprimere, lasciando le cose così come sono


concezione della storia

Nella grandissima produzione letteraria di Voltaire abbiamo anche delle opere di carattere storico che segnano un punto di svolta e un nuovo approccio nell’ambito della storiografia. 


Il filosofo considera infatti inutili e irrilevanti gli aneddoti legati alle biografie dei regnanti, alla cronologia di avvenimenti o ai dettagli delle guerre, preferendo invece concentrarsi sullo «spirito di una nazione, lo spirito del tempo».  


Lo spirito di una nazione”—>Con ciò Voltaire intendeva che i fattori davvero importanti nella descrizione di uno Stato risiedono nell’analisi delle sue strutture istituzionali, nei suoi rapporti con l’estero, nelle sue espressioni artistiche, letterarie, religiose. 

La ragione e il progresso”—>La storia aveva dunque il compito di svelare e superare tutto ciò che c’era di superstizioso, irrazionale nella storia dei popoli in quanto trovava «cerimonie, fatti, monumenti, stabiliti per convalidare menzogne». La missione di Voltaire era quella di evidenziare i progressi dell’uomo che, tramite la sua ragione, superava i pregiudizi, i miti e le false credenze che lo avevano accompagnato e percorreva il suo cammino verso la fondazione di una società più giusta. 



CONDORCET


>Jean-Antoine-Nicolas-Caritat, marchese di Condorcet, nasce a Ribemont, Aisne il 17 settembre 1743.

>politico, economista, matematico e filosofo


Mettendo a frutto le esperienze di ben due rivoluzioni vittoriose e scrive un'opera in cui delinea l'ultima e più radicale concezione settecentesca dell'evoluzione sociale e civile


PROGRESSO—(Concetto che si afferma in epoca illuministica) —>lo spirito umano tende a un continuo e indefinito perfezionamento e le condizioni della società sono destinate a migliorare dal punto di vista sia materiale che morale.il progresso è ovviamente condizionato dalla condotta degli umani e dunque non è in evitabile


Questo processo di perfettibilità è suddiviso in diversi stadi che non trovano altro termine che quello della durata temporale stessa del mondo

Progresso spirituale= conduce l'uomo alla massima felicità possibile tramite un processo di sostanziale continuità


Condorcet attribuisce alla politica tre obiettivi:

  1. Eliminazione delle disuguaglianze tra le nazioni
  2. Conseguimento dell'uguaglianza all'interno di uno stesso popolo
  3. Reale perfezionamento dell'uomo, consistente nella sua liberazione dal potere di tirannico e nell'acquisizione di una piena responsabilità morale


> inoltre un'alimentazione più sana può contribuire a debellare molte malattie e dunque ad allungare la durata dell’esistenza


> un mondo senza guerre verrebbe favorita da una più equa distribuzione della ricchezza tra uomini



MONTESQUIEU


> ha fatto l'importante riflessione sulla libertà civile e politica e sulle diverse forme di governo che meglio tutelano i cittadini

> temi strettamente connessi a quelli della Manchu azione intellettuale degli uomini e del rinnovamento della società


SPIRITO DELLE LEGGI—> rapporto che lega l’insieme dei fattori morali, storici, religiosi, fisici, ambientali , ecc… alle istituzioni e alle leggi di un determinato popolo



Lo spirito delle leggi è un trattato politico-giuridico. 

L’obiettivo di Montesquieu è descrivere i rapporti necessari che intercorrono fra i regimi politico-istituzionali e i sistemi giuridici, fra governo e diritto. 


Le leggi in generale

Montesquieu definisce le leggi come «i rapporti necessari che derivano dalla natura delle cose».

Le leggi, anzitutto, sono naturali, sono date e non istituite dal diritto.

Perciò «la legge, in generale, è la ragione umana, in quanto governa tutti i popoli della terra». La legge generale si declina poi in modo diverso nei singoli sistemi politico-giuridici. 


Il diritto

Il diritto non è un elemento isolato della vita sociale. Le sue caratteristiche particolari dipendono da una serie di fattori, che variano a seconda dei luoghi e dei tempi: il clima e le caratteristiche geografiche dei paesi, le usanze e le attività produttive più diffuse, i sistemi di governo, le altre leggi, i commerci, la religione. Nell’opera, Montesquieu si occupa di ciascuno di questi rapporti. 



Tre tipi di governo

Montesquieu prende in considerazione tre diversi modelli di governo, per discuterne le differenze e descrivere in che modo si rapportino alle leggi: le repubbliche, democratiche o aristocratiche; le monarchie, in cui il sovrano governa attraverso le leggi; e il dispotismo, il governo arbitrario e sregolato di un singolo. A differenza di Aristotele e Machiavelli, Montesquieu considera il dispotismo non come una sottospecie della monarchia, ma come una forma di governo a sé stante. Ciascuna forma di governo ha una natura, ciò che la contraddistingue rispetto alle altre, e un principio, o «molla» del governo. 


—>la divisione dei poteri è la condizione essenziale per il mantenimento della realtà



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